Archivio mensile:Maggio 2008

I miracoli del Cavaliere

Mano male che il governo di Silvio Berlusconi ha varato l’emendamento diretto a salvare Rete 4 . Ansi, è proprio una fortuna che lo abbia fatto senza lasciarsi fuorviare da quanti sostenevano che non bisognava dare pretesti a Walter Veltroni per rompere il filo del dialogo che tutti avvolge in questo momento .
Ma il meno male e la fortuna non riguardano i conti di famiglia del Cavaliere , i  bilanci di Mediaset, le preoccupazioni di Fedele Confalonieri e la sorte di Emilio Fede che il giorno in cui dovesse finire sul satellite farebbe la fine di Laika, la cagnetta lanciata nello spazio dal primo Sputnik.
Qui c’è da tirare un grosso sospiro di sollievo per tutt’altro. L’emendamento “salva Rete4”, fortemente ispirato al più classico dei conflitti d’interessi, va considerato come un vero e proprio ammortizzatore sociale a beneficio di chi, in sua assenza , avrebbe rischiato di perdere il lavoro e compromettere il proprio futuro. Che fine avrebbero fatto i vari Giovanni Valentini, Curzio Maltese , Furio Colombo, Antonio Padellaro e tutta la compagnia di giro che si esibisce alternativamente su “ Repubblica” “Unità” e “ Rai 3” se non avessero più potuto attaccare Berlusconi e sfottere Fede? A spasso o ai giardinetti. Invece, eccoli messi in condizione di continuare a guadagnarsi livorosamente il pane.
E poi si dice che il Cavaliere non fa i miracoli !

Questione Pd

Da Berlinguer a Crozza

Il vero dramma del Partito Democratico non è che non riesce ad elaborare una linea diversa dalla sostanziale adesione alle scelte del governo Berlusconi sulla riaffermazione della presenza dello stato a Napoli, sulla maggiore severità in tema di sicurezza e di immigrazione, sull’abolizione dell’Ici e sulla possibilità di rinegoziare i mutui a tasso variabile ed , infine, addirittura sulla decisione di ritornare al nucleare.
Il dramma più profondo e drammatico è che  il solo motivo di distinzione trovato dal Partito Democratico rispetto alla maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni  è  cosiddetto emendamento “ salva Rete 4”. Continua a leggere

Il volo del Pecoraro

Non si sa se quando si dovette dimettere da commissario per i rifiuti di Napoli Guido Bertolaso si comportò come il generale Mac Arthur al momento della ritirata dalle Filippine invase dai giapponesi. Non si sa, in pratica, se pronunciò o meno la fatidica frase: “Ritorneremo”. Sta di fatto, però, che è tornato. E nelle vesti di sottosegretario del governo Berlusconi si accinge a realizzare ciò che gli venne impedito di fare nell’autunno del 2006. Chi lo conosce sostiene che non si tratta di un uomo vendicativo. E che Antonio Bassolino e Rosa Russo Jervolino non hanno nulla da temere pur non avendo mosso un dito per evitare il suo dimissionamento forzato. Lo stesso dovrebbe valere anche per Alfonso Pecoraro Scanio. Ma, nell’incertezza, l’ex ministro dell’Ambiente è scomparso, svanito, volatilizzato. Peccato. Perché nella discarica di Serre servirebbe uno spaventapasseri contro i gabbiani!

Opposizione allo sbando

Superberlusconi 

Se continua così, la luna di miele del governo Berlusconi con l’opinione pubblica del paese è destinata ad andare avanti ancora per molto tempo. A dispetto di chi si riferisce alle decisioni del Consiglio dei Ministri svoltosi a Napoli parlando della “montagna che ha partorito il topolino”, anche l’opposizione si rende perfettamente conto che il Cavaliere è partito fin troppo bene. Voleva dare la netta sensazione del cambio di passo rispetto al precedente governo di centro sinistra. E c’è perfettamente riuscito con una serie di provvedimenti che, prima ancora di fornire buona serie di indicazioni concrete su come verranno affrontate le questioni dei rifiuti, dell’immigrazione clandestina e del caro vita, hanno dato la netta impressione che la latitanza dello stato su questi ed altri argomenti è finita. E che d’ora in avanti la sua presenza verrà comunque avvertita. Continua a leggere

No al federalismo centralista

Prendo spunto da una provocazione di Gilberto Oneto per avviare su “L’Opinione” un dibattito sul federalismo inteso come “amara” (come scrive lo stesso Oneto) ma “unica” medicina in grado di guarire il paese dalla gravissima malattia che lo corrode.
Di fronte a questa affermazione non imito quelli che, secondo il nostro collaboratore, si arroccano sull’Altare della Patria e, per evitare di bere la pozione salvifica, si nascondono dietro Garibaldi e Oberdan e si mettono a cantare l’inno del Piave. Considero un paese che rinnega la propria mitologia un paese destinato a finire nel più miserando dei declini. Ma sono convinto che non è con la retorica patriottica o, se vogliamo, patriottarda, che si può sfuggire al quesito se sia il federalismo l’unica e sola risposta ai problemi del momento. Credo, al contrario, che lasciando da parte ogni riferimento più o meno polemico o irrisorio ai miti fondanti dello stato unitario, si debba rispondere con la massima chiarezza all’interrogativo.
Per farlo, però, bisogna fare chiarezza preventiva su un punto fondamentale. Continua a leggere

Liti di sinistra, liti di destra

Vuoi mettere? Vuoi mettere le polemiche che si accendono tra gli intellettuali ed i giornalisti della sinistra e quelli della destra? Vuoi mettere le bastonate che si danno in Rai Giovanni Minoli e Bianca Berlinguer, le sciabolate tra Alessandro Curzi e gli ex allievi Mannoni e Giubilei, gli sputazzi in faccia tra veltroniani ed antiveltroniani?
Vuoi mettere le rasoiate in faccia tra D’Avanzo e Travaglio, gli interventi a gamba tesa di Antonio Trabucchi, le veterostupidate di Lidia Ravera e la farneticazioni senili di Furio Colombo? E vuoi paragonare il tutto con quanto avviene a destra, con le incazzature di Giampiero Mughini con Nini Briglia e le recriminazioni di Antonio Socci nei confronti del Cardinal Martini?
A sinistra si litiga per questioni ideologiche, lotte di potere tra gruppi  e correnti, spazi televisivi tra diverse cordate diverse. A destra sempre e rigorosamente per i cazzi propri. Potenza e superiorità dell’individualismo!

Attenti alla faccia feroce

Linea dura 

Era necessario che il Consiglio dei Ministri tenesse la sua prima riunione operativa a Napoli e decidesse di varare a piazza del Plebiscito non solo le prime misure per risolvere il problema della “monnezza” ma anche una serie di provvedimenti economici ed una serie di severe misure sulla sicurezza?
La risposta è scontata. Si, era assolutamente necessario che Silvio Berlusconi guidasse a Napoli i suoi ministri. E scegliesse la Capitale del Mezzogiorno per dimostrare concretamente che il proprio governo intende rispettare gli impegni assunti con gli elettori. Continua a leggere

Profumo d’aula

Dice che quelli erano tempi! Quando la politica era la politica. E le donne che entravano nell’aula di Montecitorio o venivano dalle staffette partigiane ed avevano polpacci e grugni alla Gino Bartali per via delle fatiche fatte in bicicletta. O erano state allevate nell’Azione Cattolica preconciliare e lasciavano scie di afrori virginali con i loro abiti da suore laiche. Vuoi mettere le differenza? Vuoi marcare l’abisso che separa Rita Montagnana, Franca Falcucci, Tina Anselmi, Maria Eletta Martini o la giovane Rosa Russo Jervolino con queste sciacquette di oggi? Con Nunzia De Girolamo, Gabriella Giammanco, Marianna Madia, Elvira Savino, Barbara Mannucci e la più bella ministra del reame Mara Carfagna? Vuoi confrontare il passato con il presente?
Insomma, una volta entravi in Parlamento e sentivi odore di minestra di broccoli, ora di Chanel n.5. O tempora, o mores! Ovvero, si sta meglio ora che si sta peggio!

Regali esteri al Cavaliere

Pse ottuso

Non c’è che dire. Silvio Berlusconi è decisamente fortunato. Nel momento dell’avvio del difficilissimo programma del proprio governo, quando la gravità dei problemi che lo aspettano è tanto grande da creargli ogni tipo di preoccupazione, ecco che un insperato aiuto gli viene graziosamente regalato dai socialisti spagnoli e dal Partito Sociale Europeo. Continua a leggere

Appello al Re di Spagna

Ma chi si crede d’essere questa vice Premier spagnola che sarà pure socialista ma si chiama come Totò quando si proclamava Principe di Bisanzio? La Dolore Ibarruri dei poveri? Ma come si permette questa Maria Teresa Fernandez de la Vega di dare del matto al nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del buzzurro (che è l’epiteto affibbiato dai romani ai piemontesi dopo Porta Pia) al leader della Lega Umberto Bossi?
Va bene che con questi chiari di luna economici e con tutta la sinistra europea e mondiale con gli occhi puntati alla ricerca dello sbaglio, è meglio non litigare con Zapatero e con gli sfessati del suo governo. Tanto più che il vero obbiettivo delle polemiche provenienti da Madrid non è il governo italiano ma il Partito Popolare spagnolo. Tutto nel timore che se il Ppe si mettesse ad imitare il Pdl farebbe fare al governo socialista zapateriano la stessa fine del governo Prodi.
Ma anche alle strumentalizzazioni dei socialisti spagnoli ci deve essere un limite. Altrimenti ci tocca rivolgerci al Re Juan Carlos, che essendo nato a Roma è fumantino e, come ha dimostrato con Chavez, sa come mettere a posto gli importuni. “E famola finita con stà rottura de cojoni!”