Se Sircana s’imbufalisce

Questa volta Silvio Sircana s’è imbufalito sul serio. Ha letto su “La Repubblica” un pezzo di Claudio Tito in cui si sosteneva che Romano Prodi ce l’aveva con Walter Veltroni e che i prodiani rimproveravano al segretario del Partito Democratico di lavorare per mandare a casa al più presto governo e Presidente del Consiglio. Così, in preda a legittima irritazione, ha preso carta, penna e computer ed ha scritto una lettera al quotidiano di Ezio Mauro per precisare che Prodi ed i prodiani non ce l’hanno affatto con Veltroni. Per invitare il cronista parlamentare de “La Repubblica” a smetterla di raccogliere i pettegolezzi di buvette attribuendoli genericamente ed anonimamente alla categoria astratta dei “prodiani”. E per sfidarlo a fare nomi e cognomi dei suoi informatori. Aggiungendo che se non si svela l’identità dei presunti “prodiani” che non si fidano di Veltroni vuol dire che si è complici di chi ha interesse ad alimentare la tesi secondo cui il Presidente del Consiglio ed il sindaco di Roma volentieri si scannerebbero se solo potessero farlo senza conseguenze di sorta. Tito ha risposto correttamente spiegando che un buon giornalista deve saper raccogliere anche i pettegolezzi e le indiscrezioni senza dover necessariamente svelare le sue fonti. Ma ha perso l’occasione per ricordare a Sircana che mica c’è bisogno di raccogliere le confidenze di Parisi e Monaco per sapere che ai prodiani Veltroni sta sulle palle. Basta fare un giro per Roma e scoprire che lo sanno tutti. Anche quelli che passano le notti sotto i lampioni.

2 thoughts on “Se Sircana s’imbufalisce

  1. baboccione ha detto:

    qualcosa non torna…. ma Sircana non è quello scoperto a grufolare nottetempo ?
    che suoni emette un bufalo?

  2. Giorgio ha detto:

    La mia opinione, piccola piccola, frequentando altri tipi di buvette un po’ piu’ periferiche, e’ che Walter l’africano (cosi’ chiamato da quando esterno’ la volonta’ di occuparsi del terzomondo), possiede una dote impagabile e invidiata agli occhi dei suoi compagni, la “verginita’ politica” non avendo fatto parte dell’esecutivo dall’inizio e quindi non avendo responsabilita’ alcuna. Se non si rovinera’ nel crescere, potra’ portare questa dote alla verifica elettorale, ma anche per lui il tempo corre. Se non fara’ presto, sara’ omologato all’allegra brigata che ci governa e tornera’ nei ranghi. Mi ricorda un po’, ma solo un po’, Mariotto Segni, che in un preciso momento della nostra storia repubblicana, ebbe in mano l’Italia e il generale consenso; perse del tempo e l’occasione sfumo’.
    Cari saluti direttore.

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